79, no 65, anzi 79...

Dal 3 ottobre 2015 Atm di Milano ha istituito una nuova linea di autobus: la 65, che collega Porta Romana a piazza Abbiategrasso, transitando, tra l'altro, lungo corso Lodi, via Lorenzini, via Spadolini. Contestualmente, il capolinea più centrale del bus 79, che ha origine nel quartiere Gratosoglio, viene spostato da Porta Romana a Porta Lodovica.
Una linea di autobus in più, bene. O forse no.

Le linee di superficie di Milano hanno già subito una forte ristrutturazione cinque mesi fa, a fine aprile. In tale contesto, lo storico capolinea del bus 79 di Porta Lodovica è stato trasferito a Porta Romana, transitando, tra l'altro, lungo corso Lodi, via Lorenzini, via Spadolini.
Ora, a così breve distanza di tempo, si ripristina il percorso storico della linea 79 e si istituisce la 65 il cui tragitto, peraltro, è sovrapposto a quello della 79 da via Carlo Bazzi a piazza Abbiategrasso.

Si mormora che dopo le modifiche di fine aprile uno sparuto gruppo di utenti, orfani del vecchio percorso della 79, si sia lamentato e soprattutto che sia riuscito ad ottenere il sostegno di un consigliere di zona del partito giusto, ovvero interno alla maggioranza politica che governa Milano.
Quindi ordine perentorio di rimettere tutto come prima e trovare un'altra soluzione a servizio di  corso Lodi, via Lorenzini, via Spadolini.

Fare e disfare, è tutto un lavorare, dice il proverbio. Ma il trasporto pubblico locale ha bisogno di leggibilità, semplicità e chiarezza. Continuare a modificare i percorsi porta ad allontanare gli utenti, specie quelli occasionali.

Inoltre, la moltiplicazione di linee con servizio prettamente locale, pur in parte giustificabile con l'esigenza della capillarità, sta rendendo la rete di  superficie milanese priva di un gerarchia comprensibile e moltiplica la tortuosità dei percorsi. Infine, dal momento che le risorse non sono illimitate, allontana la possibilità di un incremento dei livelli di servizio sugli assi più forti.

A voler fare i pignoli, si può osservare anche quanto segue.
Per la linea 65 sono previste le seguenti frequenze, nei giorni da lunedì a venerdì: punta mattinale, 14 minuti; morbida diurna, 16 minuti; punta serale, 15 minuti. Per la 79 invece (a nord di piazza Abbiategrasso): punta mattinale, 17 minuti; morbida diurna, 17 minuti; punta serale, 15 minuti.

Il che significa, in primo luogo, che si continua a disconoscere l'importanza del cadenzamento, ovvero della tecnica di costruzione dell'orario grazie alla quale le partenze dalla stessa fermata avvengono a minuti fissi di ogni ora. Con il vantaggio che per l'utente è facilissimo memorizzare l'orario delle corse.

In secondo luogo, avendo le due linee frequenze diverse per la maggior parte del tempo (così è anche al sabato e nei festivi), non è possibile intercalare correttamente le corse nel tratto comune, perdendo il beneficio di una frequenza potenzialmente raddoppiata e costante.
Sarebbe ora di porsi qualche domanda sui criteri con i quali viene progettata la rete di superficie milanese e i suoi orari.
Nel frattempo, un consiglio: i numeri 65 e 79 giocateli al lotto.

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